Dal passato, la verità della terra…
Per “grani antichi” si intendono tutte quelle varietà di cereali che non hanno subìto gli interventi di mutagenesi indotta effettuati a partire dagli anni ‘70 (anche attraverso la radiazione con raggi gamma del cobalto radioattivo sul DNA delle sementi) sul grano destinato alla produzione di pasta e pane, non solo a livello industriale.
Lo scopo era quello di aumentarne le rese e la presenza di glutine, utile a facilitarne la lavorazione ma responsabile, assieme alla scarsa qualità dei cereali e all’eccessiva raffinazione delle farine, di tante intolleranze e allergie con cui oggi ci troviamo a combattere o a convivere.
Le varietà che coltiviamo e utilizziamo sono il farro monococco (il primo cereale addomesticato dall’uomo, quasi 20.000 anni fa), il frumento Piave (una varietà locale di grano tenero diffusissima nelle nostre campagne fino all’inizio del XX secolo) e altre varietà di grani teneri seminate in popolazioni miste (Gentilrosso, Inalettabile, Andriolo, Verna, Ardito, Abbondanza, etc.).