… importa come lo usi!
Abbiamo letto con molto interesse questo articolo pubblicato su Dissapore.com il quale fa luce sulle modalità di organizzazione e gestione di un panificio “moderno” che (fatte le opportune proporzioni) per certi versi assomiglia al nostro.
Provate però a immedesimarvi in un giovane appassionato di panificazione che vuole lanciarsi nel settore con un proprio progetto: di fronte ad un’idea di investimento come questa – in termini di tempo, soldi, risorse umane – getterebbe subito la spugna.
Provate allora a limitare la varietà esagerata della proposta a quello che effettivamente può dare una filiera locale (grano tenero e farro a nord, grani duri al centro sud); limitate poi la produzione a una, massimo due volte alla settimana; aggiungete infine la prenotazione obbligatoria gestita con la giusta tecnologia.
Tutte operazioni all’apparenza anticommerciali, perché vanno a far leva sulle abitudini dei clienti – che, a differenza di quello che ci hanno insegnato, non è detto che abbiano sempre ragione… – ma che in realtà possono essere alla base di un’idea davvero nuova di panificio a misura d’uomo e accessibile anche a chi – come noi 5 anni fa – ha energia e voglia di fare ma non ha grandi capitali da investire.
Non ci credete? Siamo qui per farvi cambiare idea ?
PS Visto che ci siamo, ne approfittiamo per ricordare che il 16 maggio 2019, sempre su Dissapore, era uscito questo articolo su di noi a opera di Rossella Neri.